La Storia di Fiesole e della sua confraternità di MISERICORDIA

Fiesole, avamposto della lucumonia aretina nel paese del Liguri, entrò nella storia in occasione dell’audace invasione dei Galli, conclusasi tragicamente a Talamone nel 225 a.C., ed è poi ricordata nella fase iniziale della seconda guerra punica, perchè nel 217 a.C. Annibale vi passò poco lontano a capo delle sue truppe dirette verso il lago Trasimeno. Durante la guerra sociale fu una delle poche città dell'Etruria che sorse in armi contro Roma, onde il Senato inviò Porcio Catone a porla per vendetta a ferro e fuoco. Lucio Cornelio Silla vi condusse poi una colonia di veterani, ai quali distribuì le terre confiscate.

Nel 63 a.C. divenne il quartiere generale dell'esercito rivoluzionario di Catilina e rimase pressochè spopolata dopo la strage che concluse nelle montagne pistoiesi, presso Campo Tizzoro, il tentativo disperato dei ribelli. Risorse validamente in età imperiale, pur restando in condizioni d'inferiorità rispetto alla vicina colonia cesariana Florentia, ma ebbe nuovi e gravissimi danni, nel VI secolo della nostra era, dalle lunghe e rovinose guerre goto-bizantine.

"Nel IX e nel X secolo - scrive uno storiografo locale - "troviamo fatto un solo contado di quelli di Firenze e di Fiesole". A quale delle due città avesse giovato l'unione è del tutto inutile dirlo! "L'abbandono e lo squallore in cui doveva esser caduta l'antica città etrusca", continua lo scrittore, "è provato anche dal fatto di trovarsi in quel tempo la Cattedrale nell'attuale Badia Fiesolana.

Come similmente l'epoca del suo rifiorire si manifesta nella traslazione fatta della Cattedrale stessa a Fiesole dal vescovo Bavaro nel 1028"

C'è in realtà, nella storia di Fiesole un vuoto documentario che comprende un arco di molti secoli. La città fu sempre molto abitata, più o meno densamente, ed accolse, verosimilmente dopo la pace costantiniana de1313, la religione cristiana. Anche se il protovescovo S. Romolo si ritiene un personaggio leggendario, non si può escludere che la corona del martirio si sia posata sulla fronte sanguinante d'un diacono e d'un catecumo durante le ultime feroci persecuzioni dioclezianee. Durante il papato di Gelasio I (492-496) si ha la prima menzione, documentata, di un "episcopus faesulanus". La più antica chiesa di Fiesole sembra essere stata l'attuale Badia Fiesolana, edificata fuori delle mura cittadine e dedicata originariamente a S. Pietro e, vari secoli dopo, a S. Bartolomeo. Nel 536 venne trasformato in basilica cristiana il tempio di Apollo e intitolato a S. Pietro in Gerusalemme. La relativa spesa fu sostenuta dal re goto Teodato (534-536), che volle così compensare i particolari servigi

diplomatici resigli presso l'Imperatore d'Oriente, Giustiniano, dal Vescovo di Fiesole, Rustico, suo confidente, il quale nel 536 si recò come legato pontificio a Costantinopoli per partecipare al Concilio contro i monofisiti. La Basilica fiesolana venne dedicata nel 582 a Sant'Alessandro, vescovo di Fiesole e martire, ucciso da sicari longobardi al guado del fiume Reno, mentre ritornava da Pavia dov'era andato a perorare presso il tribunale del re la giusta causa delle diocesi, la cui autonomia territoriale era insidiata dai barbari conquistatori ariani. Durante il periodo della dominazione bizantina (554-568) fu costruita sull'alto colle limitrofo alla città una chiesetta dedicata a Sant'Apollinare, il cui culto era stato diffuso dai Bizantini in tutte le regioni da essi occupate. Quasi di faccia alla basilica di Sant'Alessandro sorse nel XVI secolo la chiesetta di Santa Cecilia, sede d'una Confraternita medioevale, tradizionale antesignana della Misericordia di Fiesole, perchè esercitava umili opere di carità. Fiesole, come è noto, accolse nelle sue vetuste mura, qua e là interrotte, perchè tal uni se ne servirono da cave di pietra già squadrata, gente famosa in ogni campo.

Per tutte queste celebrità vogliamo, simbolicamente, citare le parole vergate il14 marzo 1504 dal più illustre ospite fiesolano Leonardo da Vinci, che dall'alto del limitrofo monte Ceceri vaticinò, osando audacemente, la conquista degli spazi aerei. "Piglierà il primo volo il grande uccello sopra il dosso del suo magno Cecero ed empiendo l'universo di stupore, empiendo di sua fama tutte le scritture, e gloria eterna al nido dove nacque". La città antica sul colle lunato, che nel XIII secolo era sede di una delle 76 leghe militari del contado fiorentino, si ridusse nel XVI secolo (primo censimento mediceo del 1551) a 4041 abitanti in tutto l'ampio territorio comunale, risalendo però a 6344 nel17 45 ed a 7888 nel 1833 (nel 1973 contava 14273 censiti).

Agli inizi del XIX secolo, dopo la restaurazione granducale, alcuni cittadini fiesolani espressero l'intenzione di associarsi a scopo di reciproca assistenza, ma si deve allo zelo operoso del vescovo di Fiesole, monsignor Giovan Battista Parretti, che resse la diocesi dal 1828 al 1839, prima di essere nominato Arcivescovo di Pisa, la concreta e generosa iniziativa di istituire a Fiesole una Confraternita di Misericordia. Il Granduca di Toscana, Pietro Leopoldo Il di Toscana, concesse la sovrana approvazione con suo rescritto del 7 febbraio 1829 ed il vescovo di Fiesole confermò ufficialmente il 21 marzo dello stesso anno, la nascita di questa Istituzione. Il capitolo della cattedrale offrì come sede della nuova Confraternita la Basilica di Sant'Alessandro, con tutti gli annessi locali e, all'esterno, lungo la parete laterale della chiesa,da tempo chiusa al culto, venne disposta l'area cimiteriale della Confraternita della Misericordia, costruendovi in seguito un vasto e decoroso portico eseguito nel1867 su progetto dell'architetto Paolo Ricci.

Nella ristampa della storia della Misericordia di Firenze, di Placido Landini, fatta dall'abate Pietro Pillori, nel 1843, è pubblicata, alla pagina LXXI dell'Appendice, la sintetica storia della "quattordicenne" Confraternita di Misericordia della città di Fiesole, pia istituzione posta sotto l'invocazione di San Carlo Borromeo, l'apostolo milanese della carità. Vi si legge che le "costituzioni e i regolamenti della Compagnia furono modellati su quelli della Misericordia di Firenze. In prossimità della chiesa fu in seguito edificato un decente cimitero a tutte spese dei confratelli per le sepolture distinte dei capi di guardia e dei giornanti; e di presente è stato fabbricato pure un comodo locale per servire alle adunanze dei fratelli. Niuna Compagnia di Misericordia può transitare col cataletto per la città portando malati al pubblico ospedale, se si eccettui quella di S. Stefano in Pane. La Misericordia pertanto di Fiesole non potendo godere d'un tal privilegio conduce gli ammalati nel cataletto fino ai propri confini (fuori la porta S. Gallo il convento di Lapo, fuori la porta a Pinti, La Quercia, S. Gervasio, ecc.). Quivi i fratelli aspettano che arrivi col cataletto quelli della Misericordia di Firenze, i quali trasportano il malato fino al pubblico spedale.ln data 21 marzo 1829 la Confraternita della Misericordia di Fiesole, ottenne, di essere "affigliata" alla Arciconfraternita della Misericordia di Firenze. Le prime attività svolte furono quelle costituite dall'esercizio delle opere di misericordia in favore dei confratelli bisognosi, e specialmente degli infermi, oltre, naturalmente, al suffragio delle anime degli iscritti. Nel 1907 venne provveduto alla costruzione delle stanze del pronto soccorso.

Dopo la prima guerra mondiale la Confraternita potè avere una sede propria in via Marini dove nel 1932 fece edificare un oratorio intitolato a San Carlo Borromeo, suo antico patrono e dove attualmente ha la sua sede sociale.